FESTA DEL BATTESIMO DI GESU’
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Il racconto del battesimo di Gesù ci spinge a porci una domanda: Chi è Gesù? Il brano di Luca ci fa comprendere l’identità di Gesù, attraverso due “momenti”.
Nel primo Giovanni Battista afferma che non è lui il Messia atteso dal popolo. Egli è la “voce” che annuncia l’avvento di “Uno” infinitamente più grande, l’unico Sposo che ha diritto di prendere in sposa l’umanità. Il profeta afferma di “non essere degno neanche di sciogliere il legaccio dei sandali” di Gesù. Giovanni profetizza, così, l’avvento di Colui “che è più forte” di lui, tanto potente da scendere negli abissi della morte per riscattare ciascuno di noi e farci “sua sposa” per sempre, nella fedeltà e nell’amore. Poi Giovanni presenta il battesimo che il personaggio annunciato compirà: “costui vi battezzerà in Spirito Santo fuoco”. Nel Salmo 104,3 lo Spirito di Dio è definito il principio che crea e rigenera l’essere: “Manda il tuo Spirito, tutti sono creati e rinnovi la faccia della terra”. Invece il fuoco è per eccellenza un simbolo divino: riscalda e incendia, anima e distrugge, è sorgente di calore e di morte.
Il secondo momento ci svela un nuovo profilo di Cristo. Questa volta è Dio stesso, e non Giovanni, a presentarcelo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Questa presentazione di Cristo è sorretta da una sorta di coreografia celeste, i cui elementi essenziali sono: a) la colomba, che simboleggia lo Spirito di Dio effuso in pienezza sul Messia, come aveva predetto Isaia: “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore” (11,2). E’ questa pienezza di Spirito Santo che consacra Cristo per la sua missione salvifica e per il compito di rivelare agli uomini la parola definitiva del Padre; b) la voce divina. Essa evoca due testi dell’A.T. Il primo è un canto messianico che cita alcune parole di Dio rivolte al suo re-Messia: “Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato” (Sal 2,7). Nell’AT il re e il Messia erano solo figli adottivi di Dio; invece, Gesù è il figlio prediletto, l’Unigenito di Dio. Il secondo testo ci viene proposto dalla liturgia odierna come prima lettura: “Ecco il mio Servo che io sostengo, ecco il mio eletto in cui mi compiaccio” (Is 42,1). In Gesù convergono le due figure presentate da Isaia: la speranza del Messia-re e la figura del Messia-Servo sofferente. Non è improprio dire che la scena del battesimo presentata da Luca è una vera catechesi sul mistero di Cristo, Messia, Re, Servo, Profeta, Figlio di Dio. Luca con il racconto del battesimo vuole mostrarci la solenne presentazione di Gesù al mondo. Essa sarà completa solo nella croce e nella resurrezione. Infatti, sulla croce sono riproposti i due volti di Cristo, quello umano-salvifico con la morte in croce per la nostra redenzione, quello divino tramite la professione di fede del centurione, simbolo dei nuovi credenti: “Veramente costui è Figlio di Dio!”.
Nel giorno in cui ricordiamo il battesimo di Gesù, facciamo nostra la riflessione di S. Ambrogio: «Uno solo si immerse, ma elevò tutti con sé; uno solo discese nell’acqua, perché tutti ascendessimo in Cielo, uno solo prese su di sé i peccati di tutti, perché in Lui fossero mondati i peccati di tutti. Purificatevi (Gc 4, 8) dunque, come dice l’apostolo, perché Colui, il quale non aveva bisogno di purificazione, si è purificato per noi. E questo vale per noi».
E chiediamoci: ci ricordiamo ancora del nostro battesimo e della sua importanza? Il battesimo ci ha resi figli di Dio e concittadini dei Santi, “come” lo stiamo vivendo? In che cosa consiste per noi, qui e ora, la volontà di Dio, che tutti riconosciamo espressa nel Vangelo, ma che si concretizza in modo diverso a seconda dello “stato” di vita di ciascuno di noi? Anche per noi, come per Gesù, il battesimo ricevuto all’inizio della vita deve rinnovarsi giorno dopo giorno: solo così diventeremo realmente cristiani ovvero annunziatori del Regno di Dio e della sua giustizia.
Diac. Giuseppe Tondi