PENTECOSTE
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Dio non è un concetto da acquisire, ma l’Essere con cui entrare in relazione e vivere, per poterLo poi comunicare a quanti si lasciano contagiare da Lui, Bene sommo.Il nostro Dio è Trinità: ce ne ha parlato Gesù.
Egli, prima della sua Ascensione al cielo, ha promesso il Consolatore, che unisce il Figlio al Padre e che rimarrà con noi, sempre.
Dallo Spirito, noi riceviamo il dono dell’Amore, forma della nostra stessa vita. Il Paraclito (Spirito Consolatore) abita nel nostro intimo fin dal nostro Battesimo; è la forza che ci attrae verso la vera bellezza, di cui è anche l’ispiratore; è Colui che trascina ad una vita santa gli uomini e li abilita al martirio; è all’origine del nostro essere Chiesa; è il cuore della preghiera e della carità nei nostri cuori.
Il Paraclito, distribuisce tra noi i carismi perché la Comunità ecclesiale sia “una”, nel pluralismo dei ministeri.
Allo Spirito dobbiamo l’armonia dell’universo e la sua bellezza. Dio creatore Lo infuse nei nostri progenitori come soffio di vita, e, quando dopo il peccato l’umanità fu stanca di vivere lontana da Dio e cominciò ad invocarne l’avvento nella storia, lo Spirito ispirò i profeti, poi quando furono maturi i tempi generò nel grembo verginale di Maria il Messia. La presenza del Consolatore fu luminosa, ma discreta. Durante gli anni in cui Gesù visse a Nazareth; si manifestò invece più volte durante la vita pubblica del Signore, soprattutto fu Lui l’impeto vitale che Lo fece risorgere. Fu però dopo l’Ascensione che, come Gesù aveva promesso, proruppe nella vita della Chiesa con particolare vigore e offrì doni molteplici alla comunità e ai suoi singoli componenti. Raccontano gli Atti degli Apostoli del boato e del vento che accompagnarono la venuta dello Spirito che si posò sotto forma di lingue di fuoco sul capo dei discepoli in preghiera nel cenacolo.
Fra gli effetti che tale discesa provocò nella Chiesa, i più importanti sono il coraggio e la pregnanza nell’annuncio, doni che arricchirono per primi gli apostoli. Questi parlavano della Pasqua di Gesù, in modo tale che l’evento si rinnovava con meravigliosi segni. Né gli astanti, provenienti da nazioni diverse, avevano la difficoltà di comprendere la Parola perché lo Spirito la offriva a tutti nella propria lingua. Migliaia di persone, in un sol giorno, si pentirono dei propri peccati e chiesero il Battesimo che ne cambiò la vita. Gli effetti della Pentecoste ci accompagneranno per sempre, perché senza la carità, primo dono dello Spirito, non può esserci vita né Paradiso. Anche nel nostro tempo, tanto travagliato, continua ad operare il Paraclito: è Lui infatti Colui che rende capaci di perdono le madri cui hanno ucciso il figlio; è Lui che dona ancora vita al Vangelo suscitando nuovi discepoli della Parola e fratelli che si pongono al servizio dei più poveri; è Lui che rende una sfoglia di umile pane Eucaristia, cibo necessario a tutti coloro che si pongono alla sequela di Gesù Cristo.
M.G.C.