XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,21-28)
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Noi facciamo spesso steccati per non perdere la nostra identità, la nostra posizione sociale, i nostri beni; per lo smarrire i cosiddetti nostri valori, ma in una società multietnica che convive con pluralità identitarie, fare steccati, costruire muri divisori nelle menti e nei cuori vuol dire essere contro il disegno del Creatore; vuol dire non riconoscere il significato e l’importanza della croce di Cristo il quale ha versato il suo sangue per tutti, come afferma la Chiesa nella celebrazione eucaristica: “questo è il sangue versato per voi è per tutti in remissione dei peccati”. Gesù, perché Dio, vede sì la diversità e agisce per il bene della persona. Giudei o Greci, schiavi o liberi siamo tutti nel cuore di Cristo trafitto sulla croce. Seguendo l’insegnamento del maestro noi non facciamo steccati; non ci consideriamo, in quanto suoi discepoli, puri, giusti, buoni, dotti, sapienti. Sappiamo di dover convivere con il male, che è prima di tutto nel cuore dei singoli, ma anche delle istituzioni. Sappiamo che sia in noi che in tutta la Chiesa c’è il grano, ma anche la zizzania; ci sono i santi, ma anche i peccatori; tuttavia abbiamo consapevolezza della sua presenza di grazia, di perdono. “Io sarò con voi tutti i giorni” (Mt 28,20). Il brano evangelico ci dice che quella donna era cananea, ma nel bisogno grida al Signore, implora; è audace e Gesù vede in lei la sua Chiesa, ciascuno di noi, suoi discepoli nella precarietà e agisce. Davanti alle difficoltà di singoli e di comunità il Signore non lesina la grazia.
Don Pierino