XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21, 28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Dopo aver meditato questa pagina, ci poniamo la domanda: “chi è il convertito?”. Se riflettiamo un po’ convertito è chi, illuminato dalla grazia di Dio, sa entrare nell’intimo della coscienza, vedendola illuminata dalla luce della Parola e conseguenzialmente si muove verso di lui, attratto dal suo fascino, dicendogli: “Eccomi, Signore, si faccia di me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Questa è la storia dei tanti convertiti e magari fosse anche la nostra…! Quanti cristiani sono passati dalla ribellione a Dio o dalla negligenza, alla piena adesione alla Sua volontà, al Suo progetto di vita! San Paolo è l’esempio che più conosciamo e tanti altri tra i quali Sant’Agostino: l’inquieto cercatore di Dio; così Francesco d’Assisi: un cristiano che passa dal no al sì radicale attraverso lo spogliamento di sé per vivere la sua vita nel sì del Crocifisso. L’uomo è passato sempre dal no a Dio al pentimento. Il Vangelo ci chiede di avere un cuore umile e leale per poterlo accogliere. Il Signore ci chiede di essere, quanto più possibile, autentici; di non convivere con l’ipocrisia; di non essere come il figlio maggiore della parabola del “Padre misericordioso”. Quanti sepolcri imbiancati ostentano ciò che non hanno nel profondo del cuore. Gesù ci invita alla conversione come desiderio di entrare nel cuore di Dio; come esperienza dell’avere gli stessi suoi sentimenti, primo dei quali è l’umiltà del cuore: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11,29).
Don Pierino