Vangelo in briciole
21 aprile 2019

PASQUA DI RISURREZIONE

Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».  Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.  Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

E’ il primo giorno dopo il sabato e finalmente le donne possono portare gli unguenti profumati al loro Maestro perché prima non avevano potuto farlo giacchè quelle donne avevano assistito alla Sua sepoltura la sera del venerdì (cf. Lc 23,55) seguendo Giuseppe di Arimatea; ora ritornano al sepolcro e pervase dallo stupore trovano la pietra tombale spostata e la tomba vuota.
Un fremito di paura le assale: “è stato rapito dai nemici per togliere un ipotetico luogo d’incontro di seduzione?” oppure “non era veramente morto ed è fuggito” o “trasferito perché era un inganno dei suoi discepoli”.
La mente non riesce ad andare oltre ciò che vede ed il mormorio è immediato: cosa può scuotere questo stupore? Le donne sono nell’aporia: Gesù è scomparso, dove trovarlo? Chi può far uscire le donne dall’aporia? Niente e nessuno.
Come dare un senso a quella tomba vuota?
Solo lo Spirito può dare il senso, solo Lui può soffiare la parola che ha il senso, il significato di quella tomba vuota.
Ma “ ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante”: nel significato biblico sono Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, i porta-parola di Dio nell’antica alleanza.
Sono loro che dopo l’incontro nella trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor ora parlano alle donne e loro sentono la presenza di Dio.
Mosè ed Elia dicevano “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”: le donne avevano portato unguenti per  tentare di arginare la corruzione della carne di Gesù ma è un’operazione evidentemente inutile perché Gesù è il Vivente e va cercato presso il Dio vivente.
Gesù è risorto e il  mistero della Sua risurrezione non è ascrivibile alla rianimazione di un cadavere ma è l’affermazione del Vivente, Vivente presso Dio non solo per il Suo messaggio ai suoi Apostoli ed alla Chiesa tutta ma è il Vivente in senso assoluto.
Mosè ed Elia ricordano alle discepole la passione, morte e resurrezione (cf. Lc 9,22.44; 18,31-33) ed appena le donne trovano riscontro in quanto il Maestro aveva loro detto, nasce in esse  la fede pasquale.
Iniziano ad aver coscienza e conoscenza che Gesù è il Vivente ed è motivo di gioia avere coscienza di questo evento sconvolgente anche per noi perché dove umanamente osserviamo la morte abbiamo la consapevolezza che il Vivente dà la vita.
Dove c’è dubbio c’è il Vivente che dà senso alle nostre esistenze.
Dove c’è sofferenza e dolore anche senza soluzione, anche in quel caso il Risorto, il Vivente porta alla liberazione ed alla salvezza.
Gesù è il Vivente e lo è nei cuori che Gli offrono accoglienza. Noi siamo il Suo corpo sulla terra e Lui ravviva la nostra vita, ravviva ciò che è morto nella nostra carne in ogni nostra  giornata ed presente nella storia nostra e del cosmo che guarda a Lui per essere in Lui ricapitolato.
Buona Pasqua!

A.M.P